Le nuove linee guida antincendio per impianti fotovoltaici, pubblicate il 1° settembre 2025 dal Ministero dell’Interno hanno l’obiettivo di rendere più chiari e uniformi i criteri da seguire in tutte le fasi: dalla progettazione all’installazione, fino alla gestione e alla manutenzione.
Il documento stabilisce infatti regole precise su aspetti chiave come:
•definizione del campo di applicazione,
•requisiti di resistenza al fuoco di pannelli e coperture,
•organizzazione e distanze dei generatori,
•gestione dei sistemi di accumulo (BESS),
•modalità e frequenza dei controlli di sicurezza.
Gli impianti fotovoltaici portano grandi vantaggi, ma modificano anche la struttura e l’utilizzo di un edificio. Cavi, inverter, batterie e pannelli diventano parte integrante della copertura o della facciata, ed è quindi necessario valutare anche il rischio di incendio.
A quali impianti fotovoltaici si applicano
Le linee guida sono destinate agli impianti fotovoltaici con tensione nominale in cc fino a 1500 V installati all’interno di attività soggette ai controlli di prevenzione incendi o a servizio delle stesse (inclusi tetti, facciate, pergole, pensiline). Sono incluse anche pensiline indipendenti di copertura per parcheggi “interferenti” quando la loro vicinanza all’edificio può generare effetti sulla sicurezza antincendio.

Componenti critiche e rischi legati agli impianti fotovoltaici
Generatori, inverter, quadri e cavi
Un impianto FV è più della sola sequenza di pannelli: include inverter, quadri di campo, cavi CC e CA, e dispositivi di sezionamento. Ciascuno di questi elementi può diventare fonte di innesco o facilitare la propagazione del fuoco: i cavi non protetti, le connessioni mal serrate o quadri esposti sono punti critici da tenere sotto controllo.
Sistemi di accumulo (BESS) e thermal runaway
I sistemi di accumulo a batteria (BESS), in particolare quelli con celle Li-ion, aumentano la complessità del rischio: il fenomeno del thermal runaway può provocare incendi difficili da spegnere ed esplosioni. Per questo, la presenza di BESS richiede una specifica valutazione del rischio, fatta secondo gli obblighi del DM 7 agosto 2012 e tenendo conto delle più recenti linee guida su BESS.
Misure generali di prevenzione antincendio
Analisi del rischio come base progettuale
Ogni intervento deve partire da un’analisi del rischio che valuti possibili aggravamenti delle condizioni di sicurezza antincendio preesistenti e identifichi le misure compensative necessarie. consente di prenotare l’incentivo prima dell’avvio dei lavori con la possibilità di ottenere un acconto iniziale degli interventi e il saldo dei lavori conclusi (secondo lo stesso principio dell’accesso diretto).
Aerazione, ventilazione e posizionamento degli inverter
Gli inverter e i convertitori DC-DC devono essere collocati all’aperto o in compartimenti dedicati con resistenza al fuoco minima REI/El 30. Questi compartimenti devono essere accessibili dall’esterno o tramite porta tagliafuoco; non si devono installare in locali chiusi di piccole dimensioni privi di adeguata circolazione d’aria.
Distanze, disposizione e raffreddamento
È fondamentale assicurare libera circolazione d’aria intorno agli inverter: evitare l’allineamento verticale di più inverter (l’aria calda uscente di uno investirebbe l’altro) e rispettare le distanze indicate dai manuali costruttori. Se la ventilazione naturale non è sufficiente, si devono prevedere sistemi di estrazione o raffreddamento forzato.
Accessibilità, distanziamenti e raggruppamento dei pannelli
Per facilitare operatività antincendio, ispezione e limitazione di propagazione, i pannelli devono essere raggruppati in sottoinsiemi con dimensione massima 20 m in tutte le direzioni, separati da percorsi liberi di almeno 2 m, e con una fascia libera di 1 m presso i bordi della copertura. Queste distanze sono parametro operativo primario nella progettazione su coperture.
Varianti per shed, facciate e coperture particolari
Per coperture a shed è possibile estendere il limite a 30 m in una direzione se esiste una zona libera di almeno 2 m; per facciate i sottoinsiemi non devono superare 3 m in altezza e 20 m in lunghezza, con elementi incombustibili orizzontali separatori e distanze minime da aperture di 1 m. Queste soluzioni tengono conto della vista, dei possibili gocciolamenti e della propagazione per convezione/radiazione.
Misure specifiche per modalità di installazione
BAPV su coperture
Se i pannelli sono applicati sopra la copertura (BAPV), le tecniche suggerite includono l’uso di supporti incombustibili o l’interposizione di uno strato El 30 sotto i pannelli; l’accoppiamento pannello-copertura deve essere coerente con quanto rilevato dalla CEI TS 82-89 quando si ricercano classi di comportamento al fuoco.
BAPV in facciata
Per installazioni in facciata occorre evitare propagazione verso l’interno e gocciolamento: pannelli su elementi di facciata incombustibili o con strato El 30 equivalente. Per edifici con altezza antincendio >12 m si applicano prescrizioni aggiuntive relative a facciate.
BIPV e integrazione strutturale
I moduli integrati (BIPV) devono rispettare sia le norme impiantistiche che le norme per le opere da costruzione: classificazione al fuoco UNI EN 13501-1 e conformità a norme CEI EN specifiche per BIPV.
Pergole, pensiline, parcheggi e distributori
Per pensiline e coperture di parcheggi, specialmente se costituiti da pannelli glass-glass, è richiesta almeno la classe B-s2,d0; nei casi in cui la pensilina sia in materiale incombustibile e non interferente, il requisito di reazione al fuoco può non essere richiesto.

Manutenzione, verifiche e registro controlli
Ispezioni termografiche e periodicità (ogni 2 anni)
Le attività di manutenzione devono essere tracciate nel registro dei controlli e delle manutenzioni previsto dal DM 10/09/2021. È prevista un’ispezione termografica periodica secondo IEC TS 62446-3 e, in generale, le verifiche sul rischio incendio dell’impianto devono essere eseguite ogni due anni o a ogni modifica significativa dell’impianto.
Contenuti minimi del registro di manutenzione
Nel registro vanno indicati: stato iniziale, moduli con microfratture, condense, ombreggiamenti, interventi di revamping, piano di pulizia, sistemi di monitoraggio e pianificazione degli interventi futuri, nonché le caratteristiche planimetriche utili per gli interventi di spegnimento.
Procedimenti amministrativi e documentazione tecnica
La progettazione e installazione su nuove attività soggette devono essere documentate secondo il DM 7 agosto 2012 (istanze di valutazione progetti o SCIA). Le installazioni o modifiche sostanziali su attività esistenti costituiscono modifica rilevante ai fini della sicurezza antincendio e richiedono la procedura prevista (valutazione o segnalazione al Comando VV.F. a seconda della categoria). Inoltre il progetto firmato da tecnico abilitato e le certificazioni richieste devono essere rese disponibili.

Impianti fotovoltaici ben progettati e sicuri
Le nuove linee guida non sono una semplice lista di divieti: sono uno strumento progettuale che impone di ragionare sul sistema edificio-impianto come un tutto, valutando il rischio e applicando misure tecniche proporzionate (distanziamenti, compartimentazioni, protezioni elettriche, gestione del BESS, documentazione).
Le nuove linee guida non devono spaventare chi sta valutando il fotovoltaico. Al contrario:
•Rendono gli impianti più sicuri e affidabili, riducendo rischi di danni e fermi produzione.
•Aumentano la trasparenza, grazie a documenti e registri che certificano la conformità.
•Facilitano gli interventi di manutenzione, con corridoi e spazi dedicati.
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Domande frequenti
No: gli impianti a terra sono esclusi dal campo di applicazione di queste linee guida, che si riferiscono ad impianti installati su o a servizio di edifici/attività soggette.
Solo tramite una valutazione del rischio che preveda misure compensative efficaci (es. pannelli con limitata propagazione incendio o lucernari con adeguata resistenza). Le regole generali prevedono sottoinsiemi ≤ 20 m, corridoi ≥ 2 m e fascia bordo 1 m.
Preferibilmente all’aperto o in compartimenti dedicati con performance REI/El 30 e accesso controllato; in caso di condizioni particolari è essenziale prevedere sistemi di ventilazione/raffreddamento e garantire che l’aria calda non ricada su altri inverter.
Ogni trasformazione/ampliamento/modifica e comunque ogni due anni devono essere eseguite e documentate verifiche ai fini del rischio incendio; è inoltre raccomandata l’ispezione termografica periodica.
Stato iniziale, difetti/moduli danneggiati, condensa, ombreggiamenti, interventi di revamping, piano di pulizia, sistemi di monitoraggio, registrazione e pianificazione interventi, informazioni planimetriche per operazioni di spegnimento.